Se ne stanno lì, magari sul nostro comodino, nella nostra borsa o su qualche mobile del nostro soggiorno, aspettando che dedichiamo loro qualche minuto del nostro prezioso tempo. Sono i libri, quelli che, dopo averne letto qualche pagina, lasciamo da parte aspettando chissà quale momento per riprenderli in mano e continuare la nostra lettura. Libri che forse non avranno mai il piacere di essere sfogliati fino all’ultima pagina. Quei libri insomma che se potessero parlarci ci lancerebbero dei segnali per ricordarci della loro esistenza.
“Mi piacciono moltissimo i libri usati che si aprono alla pagina che l'ignoto proprietario precedente apriva più spesso” (Helene Hanff). Quest’affermazione romantica rischia di diventare nostalgica in tempi di e-book. L’editoria digitale sta assimilando infatti tutte le caratteristiche dell’editoria tradizionale, in una forma meno concreta e per nulla cartacea. L’ultima frontiera della letteratura 2.0 sembra si proietta verso l’usato digitale, con la lotta a colpi di brevetto per la conquista del mercato degli e-book usati.
Un tempo sapevamo che la lezione del giorno andava da pagina cento a pagina centoventi: bastava studiare quei venti fogli in bianco e nero e la lezione era tutta lì, chiusa nello spazio della pubblicazione del libro. Nel bene e nel male sapevi che quella simpaticona della Prof non sarebbe andata oltre.
Ma il vento del cambiamento gonfia le vele dell’istruzione. Il decreto firmato da ministro Profumo parla chiaro: per l’anno 2014-2015 solo manuali in versione digitale o mista.
In fase di sperimentazione tecnologie che permettono di amalgamare due mondi finora semplicemente contrapposti. Ecco cosa c’è da aspettarsi nel futuro dell’editoria
Le vendite degli ebook spopolano, quelle dei libri cartacei calano. Eppure la tendenza d’oltreoceano è quella di trovare un’alternativa al nuovo “immateriale” digitale e all’antico “tangibile” cartaceo. Sono sempre più, infatti, le aziende e le case editrici che stanno sperimentando dei punti di incontro tra i due mondi, perché, come si sa, si riesca a superare una dicotomia che fa più male che bene alla letteratura, al libro in generale e al mercato delle case editrici.
Spesso si sente dire che l’Italia è un paese a due velocità. C’è un Nord, sviluppato e industriale, e un Sud, attardato e rurale. Pur con le dovute eccezioni, la realtà dei fatti ci impone di accettare questo dato generale. Non sarebbe altrimenti possibile spiegarsi il fenomeno dell’emigrazione interna, sempre vivo, sempre a senso unico.
Sarebbe confortante pensare che, in un mondo così particolare come quello editoriale, questa distinzione cessi di esistere. Dopotutto gli scrittori emergenti non sono tenuti a rispettare alcuna geografia, e di editori bravi e coraggiosi ce ne sono in tutto il paese.
Possiede centinaia di libri in pochi centimetri e li legge girando le pagine con la punta delle dita. Discute di letteratura sui blog, consiglia i suoi testi preferiti sui social network, pesca dalla rete libri scritti da autori emergenti ed esprime il proprio giudizio innescando il passaparola – forza in grado di sconvolgere la classifica degli ultimi libri usciti. È il lettore moderno: hi-tech, vorace, sperimentatore.
In Italia si legge poco e, a giudicare dalla classifica degli ultimi libri usciti, spesso si legge male. I dati dell’AIE (Associazione Italiana Editori) non lasciano scampo. Il 39,8% degli italiani acquista almeno tre libri l’anno, contro il 63,7 del Regno Unito. Circa i tre quarti dei sudditi di Sua Maestà acquista almeno un libro ogni dodici mesi; nel Paese della cultura poco più della metà della popolazione si reca in libreria per comprare l’unico libro dell’anno (meglio non chiedere di quale testo si tratti). Se osserviamo i dati per fasce d’età, si nota una brusca disaffezione dopo la fine degli studi. Forse a scuola ci hanno fatto odiare i libri?
Gli autori non sono d’accordo sul connubio poesia-ebook, ma il mercato della poesia segna una tendenziale ripresa
“Se volessi farmi capire da tutti non scriverei poesie” (Eugenio Montale)
Nel Paese dei santi, dei navigatori e dei poeti la poesia trova sempre meno spazio nelle librerie e tra gli scaffali. Eppure, il mercato editoriale della poesia non è fermo, anzi. Ogni anno raccoglie migliaia di nuove pubblicazioni, di ultime uscite, sia da autori emergenti che da fuoriclasse affermati del settore come la Merini e Campana, senza dimenticare le ristampe dei classici (Petrarca, Foscolo, Ungaretti, Dante).
Ci sono uomini in grado di scuotere il corso uniforme della storia. Il tempo cambia passo, guadagna un nuovo ritmo, il corso degli eventi accelera. Per ciò che concerne l’editoria nella storia, una di queste personalità eccezionali risponde al nome di Aldo Manuzio.
Nato alla metà del Quattrocento nei pressi di Latina, perfeziona la propria formazione a Roma, Ferrara, Verona. Molto colto e di gusti raffinati, appassionato di greco e latino, Manuzio si stabilirà infine a Venezia, e non certo per coincidenza.
Utili per non vedenti e ipovedenti, stanno spopolando anche per tutti gli amanti della lettura che hanno, però, poco tempo per farlo
Esistono praticamente da quando esistono i supporti audio e permettono di leggere un libro “ascoltandolo”. Sono gli audiolibri. Libri che, invece di essere letti, vanno ascoltati. Esiste anche la loro versione digitale: gli eAudiobook, disponibili su eReader e altri dispositivi di lettura digitale.
Scrigno di sogni, contenitore di idee, volano dell’innovazione culturale. Prima di essere tutto questo, il libro è innanzitutto un oggetto economico. Quel volume che scuote il nostro spirito e passa dagli ultimi libri usciti alle nostre mani, è lì perché qualcuno lo ha pensato e scritto, e perché qualche altro ci ha creduto, ci ha scommesso, e ha messo mano al portafogli. Questa persona si chiama editore, e il suo scopo è dar voce agli scrittori emergenti.
Non c’è una cosa pratica della nostra vita che non abbia un tutorial che ci guidi nel suo svolgimento
Nel XXI secolo, se c’è una cosa che tutti cercano, quella è l’informazione. Non a caso, la nostra è soprannominata l’era dell’informazione e un motivo ci sarà. Siamo sempre alla ricerca di notizie, di spiegazioni, di metodi alternativi per risolvere delle questioni importanti.
Magonza, 1455. Un gruppo di uomini è rinchiuso in un’officina in cui nessun estraneo può entrare. Fuoriescono odori nauseanti, stridori metallici. Nel ribollire dei fumi, i rimi di lavoro sono massacranti. Dodici, quattordici ore al giorno sono la norma.
C'è una persona a capo di tutto questo: il suo nome è Johann Gutenberg. In quell'officina, tra sudori e imprecazioni, nasce la stampa a caratteri mobili.
Sempre più autori scelgono i booktrailer per promuovere i loro libri. Cerchiamo di capire meglio cosa sono
È nato negli anni novanta, si è sviluppato nell’ultimo decennio e ha trovato la sua reale affermazione solo negli ultimi anni. È il booktrailer, ovvero un nuovo modo di conoscere i libri attraverso il linguaggio accattivante dei trailer cinematografici.
Il booktrailer non è altro che un videoclip, con suoni, parole e immagini, che riassume il tema di un libro in uscita, lo lancia, lo pubblicizza, lo promuove, aggiornando il linguaggio dei trailer cinematografici e adattandolo ad un libro.
L’informatizzazione piomba su insegnanti, alunni e famiglie.
Tutti a lezione di eBook: la rivoluzione digitale del libro, infatti, arriva anche nelle scuole italiane. La prima svolta c’era stata nel 2009, con la proposta dell’allora ministro dell’istruzione Gelmini di far preferire ai collegi dei docenti libri in formato misto, sia cartaceo, sia scaricabile dal web. A partire dall’anno scolastico appena incominciato, però, nelle aule del Bel Paese si potrà studiare addirittura su tablet e Ipad, mentre l’uso di libri in formato misto sarà obbligatorio.
Sono sempre di più i lettori italiani di ebook. Ed è in arrivo dall'America un e-reader a soli 13 dollari
Adattarsi ai cambiamenti in fretta non fa parte della nostra cultura, eppure, dati alla mano, il mercato della lettura elettronica cresce in Italia a passo sostenuto. Più di 30mila i libri a disposizione in formato elettronico, con i lettori decuplicati di anno in anno.
Che sia per qualche ora di treno o per settimane e settimane, ogni libro che leggiamo permea lo spazio della nostra interiorità. Tra la pagina uno e la parola fine accade qualcosa di mistico. Gli eventi d’inchiostro sconfinano nella quotidianità; per un giorno possiamo attraversare le piazze di Mosca spazzate dal vento, perderci nell’Africa dei Grandi Laghi, respirare la notte nei sobborghi di Tokyo.
L’ultima pagina e il buio spegne le parole. A spallate il libro trova posto nello scaffale, l’odore di nuovo svanisce, le pagine ingialliscono in silenzio. Saranno forse passati anni quando qualcun altro lo riaprirà – e sarà sempre qualcun altro, perché anch’io sarò un altro me stesso. Come due mani invecchiate le pagine si schiuderanno, rivelando il sogno azzurro che hanno custodito. Da quella lontananza noi stessi ritorneremo in vita nelle rughe di carta, rivivendo il tempo che un giorno fu nostro.
Un programma capace di riconoscere in pochi minuti un’opera orfana
Arriva in Italia Arrow, il sistema informatico tutto italiano che facilita la gestione dei diritti d’autore nei processi di digitalizzazione su larga scala. Finanziato dai progetti europei Arrow (2008-2011) e Arrow Plus (2011-2013), questo programma permette di ridurre da quattro ore a cinque minuti il tempo di analisi dei diritti d’autore delle opere orfane. Tali opere sono quelle di cui non si trova o non si sa chi sia il possessore dei diritti. Un risparmio di tempo notevole e significativo nel mondo della digitalizzazione, delle case editrici e dei libri online.
Decuplicano gli eBook, ma il mercato si restringe notevolmente
Negli ultimi dieci anni l’editoria ha subito innumerevoli trasformazioni dovute sia alle novità tecnologiche introdotte che alle evoluzioni economiche e alla crisi. In tutti i settori in cui essa opera, c’è stata una rivoluzione tale da modificare quantitativamente e qualitativamente sia la domanda del pubblico sia l’offerta delle stesse case editrici.